Riportare al centro l’uomo, attraverso un percorso di partecipazione che vede protagonista la bellezza
Una mattina come tante, di sabato, diventa l’occasione ideale per scambiare qualche parola con il dottor Marco Zabotti, direttore scientifico e vice presidente dell'Istituto “Beato Toniolo. Le vie dei Santi” (da ora anche IBT, ndr). Laureato in giurisprudenza, giornalista e scrittore, è sposato e padre di tre figlie. Molto attivo nel campo culturale e sociale è stato anche Consigliere Regionale del Veneto e consigliere provinciale a Treviso. oggi membro del comitato scientifico della Fondazione “Capitale e Lavoro” e dell’Ufficio di presidenza IPA Terre Alte della Marca Trevigiana. E’ stato Consigliere Regionale del Veneto e consigliere provinciale a Treviso.
Il nostro colloquio inizia in maniera cordiale, passando poi alle domande che nascono dalla mia curiosità per questa istituzione che oramai sta diventando una realtà importante dal punto di vista culturale e della promozione turistica del nostro territorio.
Innanzitutto, come e quando nasce l’istituto Beato Toniolo?
L’IBT nasce ufficialmente il 30 marzo 2017 con un decreto di nomina del Vescovo Corrado Pizziolo, ispirandosi alla figura di Giuseppe Toniolo, le cui spoglie sono custodite nel Duomo di Pieve di Soligo. Giuseppe Toniolo era nato a Treviso nel 1845 e morto a Pisa nel 1918, fu un grande sociologo ed economista. Si è formato a Venezia, si è laureato a Padova e inizialmente ha insegnato a Modena fino ad arrivare a Pisa dove fu docente di economia politica per quarant’anni. Legò il suo nome a Pieve di Soligo quando sposò Maria Schiratti, nativa del luogo, ma anche grazie alla sua intensa attività in campo sociale che lo portò per esempio a scrivere il primo statuto della Latteria Soligo nel 1883. Fu un uomo di fede, sposo e padre, docente universitario che dimostrava già in vita la volontà di diventare santo da laico, tanto da essere il primo economista a salire agli onori degli altari il 29 aprile 2012.
L’IBT nasce proseguendo il grande lavoro svolto dal comitato diocesano per la canonizzazione, che ha visto la comunità di Pieve di Soligo molto coinvolta e impegnata su questo fronte visto che la sua forte personalità e le sue intuizioni avevano segnato il nostro territorio, dal punto di vista valoriale, sociale, etico ed economico. Egli ha compiuto una grande opera - si pensi solo alla cooperazione - che non poteva certo essere archiviata e dimenticata, anzi è diventata il punto di partenza per un progetto che riflette gli stessi principi che avevano animato la vita del Toniolo.
Come si articola l’IBT?
Noi siamo il primo istituto diocesano di diritto ecclesiastico, tra i pochi in Italia con queste caratteristiche e finalità, con presidente, oggi Annalina Sartori, e vice presidente e direttore scientifico, il sottoscritto, nominati per statuto dal Vescovo. Entrambi fanno parte del consiglio direttivo, composto in totale di sette componenti, con due membri di diritto e tre eletti dalla commissione scientifica, altro organismo importante per il programma di attività. Infine, opera anche il revisore dei conti.
Quale evento è stato determinante per la beatificazione di Giuseppe Toniolo ?
Lui era molto legato a Pieve di Soligo, solitamente trascorreva nell’amena cittadina i periodi estivi e, proprio nel 2006 è avvenuta la guarigione di un suo giovane, grazie alla sua intercessione. dopo un grave infortunio, era stato considerato privo di speranze di vita: la comunità cristiana pievigina aveva a lungo pregato e chiesto l’intercessione del Toniolo. Il dossier relativo è stato analizzato e vagliato da commissioni mediche e teologiche in diocesi e in Vaticano, fino al riconoscimento del miracolo avvenuto da parte di papa Benedetto XVI nel gennaio 2011. Così il 29 aprile 2012 si è svolta a Roma la solenne cerimonia di beatificazione, con grande partecipazione dei fedeli vittoriesi e con grande gioia naturalmente del comitato nazionale presieduto dall’arcivescovo Domenico Sorrentino.
Come è nata l’idea “Le vie dei Santi”?
Vista l’enorme eredità lasciata da Giuseppe Toniolo, arricchita dalla sua visione lungimirante che si esprime nell’attualità del suo pensiero, abbiamo pensato di strutturare un percorso adeguato a portare all’attenzione delle persone i luoghi di ineguagliabile bellezza che si mostrano come piccoli gioielli di un tesoro inestimabile, custodito dal nostro territorio. Si tratta di un grande patrimonio dove vite, eventi, storia, arte e santità hanno modellato per secoli una terra che sa incantare con tale grazia il visitatore da essersi meritata l’ambito riconoscimento dall’Unesco come Patrimonio mondiale dell’Umanità.
Come è organizzato e quali sono le linee d’azione dell’Istituto Diocesano e le Vie dei Santi?
La nostra attività è nata in diocesi a partire dalla beatificazione, con un primo coordinamento di soggetti pastorali, uffici e associazioni. Poi nel 2017 è sorto l’IBT, che segue tre campi principali di azione: l’impegno per la canonizzazione del beato Toniolo, la dottrina sociale cristiana e la promozione dell’arte sacra, della cultura e della bellezza, compreso il turismo religioso e conviviale. Innanzitutto, siamo attivi per far conoscere e divulgare l’esempio di vita e le opere del Toniolo, anche per poter favorire la devozione popolare e la richiesta di grazie. Il mese che si snoda dal 4 settembre al 7 ottobre è dedicato al Toniolo, molti sono i gruppi e le delegazioni che arrivano a pregare sulla sua tomba, anche durante l’anno.
Il secondo filone concerne la dottrina sociale, e in questo ambito rientra il Premio Giuseppe Toniolo giunto nel 2024 alla nona edizione, sempre con tema annuale differente nelle tre sezioni nazionale, regionale e diocesana. Ricordiamo che Giuseppe Toniolo fu un apostolo dell’enciclica Rerum Novarum, egli era stimato dall’allora Pontefice Leone XIII ed era in rapporto personale con lui. In passato abbiamo premiato personaggi illustri come l’imprenditore Leonardo Del Vecchio, l’arcivescovo Domenico Sorrentino, l’economista, l’arcivescovo Domenico Sorrentino, l’economista Stefano Zamagni, il giornalista Antonio Polito, lo scrittore francese Jean de-Saint Cheron e, proprio il 7 ottobre scorso, il presidente della Fondazione per la Natalità e coordinatore del progetto Immischiati, Gianluigi De Palo. Insieme a loro, in questi anni, abbiamo premiato tanti esponenti della società civile, della cultura e della solidarietà, anche tra i giovani.
Il terzo filone riguarda la valorizzazione dell'arte sacra del notevole patrimonio diocesano. Abbiamo pensato che, come lui sapeva interpretare le novità che si affacciavano ai suoi tempi, così noi dobbiamo guardare con lungimiranza al futuro, partendo da ciò che abbiamo già in abbondanza. Guardare all'avvenire da un'altra prospettiva ci permette di far si che tutto il nostro immenso patrimonio artistico culturale non si dissipi ma sia condiviso, in maniera da rendere consapevole la comunità cristiana e civile della ricchezza che ci circonda. E questa divulgazione non riguarda solo visite guidate con esperti d’arte e operatori, ma l’organizzazione di eventi, rassegne concertistiche, concerti, convegni, patrocini e presentazioni di libri, contributi sui temi del turismo religioso e conviviale, lavorando in stretta sinergia con le associazioni e le istituzioni locali, facendo rete per rete così da far rendere consapevoli noi stessi, cittadini di questo territorio, di maniera tale che questo ci porti a comunicare e far conoscere nel miglior modo possibile a chi viene da fuori la nostra storia e la nostra identità.
Abbiamo operato anche con la produzione di materiale di documentazione, come le due collane di filmati brevi sulle chiese più belle del territorio dal punto di vista storico e artistico, rispettivamente i 51 video dei “Luoghi del Sacro in terra UNESCO” e i 25 dei “Luoghi del Sacro tra Piave e Livenza”. L’iniziativa è stata accolta da grande successo.
Come intendete coinvolgere le persone della zona? Se una persona volesse avvicinarsi alla vostra istituzione e collaborare può farlo?
Certamente, a chi volesse sentisse di voler seguire questo particolare percorso culturale e sia disponibile a dedicare parte del suo tempo all’opera di volontariato all’interno dell’IBT offriamo la possibilità di seguire corsi di formazione e accompagnamento. Il nostro intento ispirato dallo spirito del beato Toniolo è di coinvolgere il maggior numero di persone nella nostra realtà, promuovendo la nascita di gruppi locali che si impegnano ad avere cura e a custodire luoghi di bellezza nelle varie località della nostra diocesi, così che questa attività diventi momento di condivisione e aggregazione per essere partecipi di un’esperienza comunitaria e cristiana.
Abbiamo costruito in questa nostra diocesi gruppi affiatati di persone che sono custodi della bellezza, attraverso la quale la fede vive la sua dimensione più eccelsa non solo come immagine ma anche come tradizione che perpetua il nostro essere partecipi attivamente di un esperienza comunitaria cristiana, tenacemente orgogliosa e viva nei suoi valori sopravvissuti ad ogni generazioni e forse oggi rinvigoriti da un risveglio spronato dal fuoco della grazia che comprendiamo circondare la nostra vita, ogni giorno.
Conclusione
La nostra missione è dare continuità al lavoro straordinario che ha compiuto Giuseppe Toniolo e, dopo dieci anni di intensa attività e iniziative, abbiamo voluto fissare in dodici punti la linea da seguire per portare il suo messaggio, quanto mai attuale , per promuovere un nuovo umanesimo che riporti nelle vite delle nostre comunità valori fondamentali e autentica speranza. Tutto questo viene manifestato nella “Carta Toniolo” che riassume nel testo e nell’impegno della frase “Noi vogliamo”, la volontà di riportare al centro la persona, in una visione che comprende una moltitudine di aspetti, da quello culturale all’economia, dall’etica al sociale. La persona si sentirà altresì orgogliosa della propria tradizione e tenace nel conservare questo patrimonio per consegnarlo alle generazioni che verranno alle quali sarà affidato il compito di perpetuare questo nobile intento di rendere viva e condivisa questa ingente e straordinaria eredità. Tutto questo è necessario affinché ogni essere umano viva in pienezza la propria vota, conosca l’importanza della cooperazione contribuendo al comune benessere, partecipando ad un vivere intenso e pacifico, fondato su valori forti e immutabili, il tutto riflesso nella cura e nella solidarietà che dona a noi la pienezza di una vita costantemente avvolta dal dono della bellezza. Questa è l’ispirazione che ci guida come una stella polare, lascito inestimabile di Giuseppe Toniolo, simbolo di santità laicale.
Monia Pin